Ciao a tutti ragazzi/e…
Come vi ho già raccontato spesso e sovente io non sono un gran “malavitoso”, ma piuttosto mi sento un cagnolino randagio che ogni tanto combina qualche disastro per sopravvivere, ma null’altro.
Non ho mai fatto parte di “clan camorristici” o di una qualche organizzazione criminale in generale nella mia vita, tanto meno ho mai ucciso qualcuno, per cui tutto sommato sono una persona di buoni principi.
Fino a prima che arrivassi in carcere, quando ero in libertà, non mi sono mai rapportato con persone definite “KILLER” o tanto meno persone che nella loro esperienza erano state appartenenti ad organizzazioni criminali, mentre invece da quando sono entrato in carcere non solo mi è capitato di conoscere persone legate a questi ambienti, ma anche di socializzare con loro.
Quindi voglio parlarvi di alcune persone sopra citate con cui convivo e socializzo tutti i giorni nella sezione detentiva.
Sono persone con cui se riesci a parlare senza pregiudizi ti permettono di entrare nel loro cuore, e a quel punto ti accorgi del loro calore, altruismo, sensibilità, lealtà… quei valori che pensi che a causa dei loro errori di vita e i loro vissuti non fossero capaci di avere.
Invece ho constatato personalmente che se mai ti servisse qualcosa si toglierebbero anche i loro indumenti per poterti accontentare.
Sono persone che quando c’è qualcosa che non va nelle persone con cui si rapportano lo capiscono senza che le stesse debbano dirgli nulla (qualità che poche persone hanno).
Anche loro erano padri affettuosi, premurosi, queste sono le persone con cui io vivo tutti i giorni qui dentro e di cui, prima che entrassi in carcere, avevo un idea decisamente diversa.
Tutte queste qualità di cui ho parlato sono nelle stesse persone che definiamo “KILLER”, o persone da buttare via, e non vi nascondo che quando sento alcuni dei reati di cui si sono macchiati mi viene il brivido solo a pensarlo, e addirittura mi sembra impossibile pensare che sono le stesse persone amorevoli e con quelle qualità che vi ho citato poc’anzi. Ci si aspetta da loro solo violenza e freddezza, soprattutto li immaginavo con sguardi e sentimenti di ghiaccio mentre invece, molto spesso, le cose bisogna conoscerle per giudicarle e capirle, perchè invece ci sono sempre una serie di fattori che determinano anche le scelte più criminali di una persona che si è macchiata nella vita di reati gravi. Di una cosa mi sono accorto, imparando a guardarli senza pregiudizio, che c’è un seme di onesto e di buono in ognuno di loro, basta solo saper entrare in comunicazione, in modo che loro abbassino le barriere e gli scudi che solitamente innalzano con tutti per non farsi ferire.
Lo so che è difficile vedere le cose da questo punto di vista, soprattutto quando pensi che tra loro ci sono persone che magari hanno usato armi sparando alle loro vittime.
Ma se analizzi la cosa da un punto di vista diverso, ti accorgi che erano persone che si sentivano in guerra tra loro, che avevano fatto una scelta di vita ed entrambi erano consapevoli di uccidere per non essere alloro volta uccisi.
Quindi la loro convinzione all’epoca era quella di stare nella ragione, e che nulla centrasse la società “normale” che non aveva scelto il loro ambiente e cultura di riferimento.
Tra le persone che ho conosciuto e con cui ho legato molto in questo periodo ed esperienza c’è Carmine, una persona che ha avuto un trascorso da camorrista e si trova in carcere da 25 anni.
Lui è una di quelle persone che durante il suo passato ha vissuto un’esperienza simile a quelle che ho raccontato all’inizio dello scritto, infatti ha visto tante volte la morte in faccia durante la sua esperienza criminale da sembrare non amare più abbastanza la vita e temere un giorno di morire.
Nonostante sia stato, durante la sua esperienza criminale, due volte vittima di un agguato il destino ha voluto che non avesse un graffio, ed è qui con me a poter raccontare queste sue esperienze eppure vi assicuro che non è un mostro. Se non lo avessi conosciuto mai avrei potuto pensare che fosse una persona con una esperienza di vita cosi difficile.
E’ vero, ha fatto tante cose brutte, impensabili dal punto di vista umano, ma io continuo a pensare che è meglio volere bene a persone così all’interno di un carcere che persone con reati meno gravi ma molto più subdole nelle loro relazioni umane.
Infatti è una persona gradevole con un cuore pieno di sentimenti, un cuore che reagirebbe all’impulso di salvare un amico in pericolo, una di quelle che aiuta le persone bisognose e in difficoltà senza aspettarsi nulla in cambio.
Luigi figlio di un Boss di “Secondigliano” (NA) reputato uno dei cattivi più cattivi, giudicato irrecuperabile, faceva incontri clandestini di botte nei posti abbandonati, oggetto di scommesse come se fosse stato un pit-bull da combattimento, anarchia allo stato puro scorre nel suo sangue.
Si racconta e si vocifera tra i detenuti che lo conoscono da anni che durante la sua esperienza ha partecipato a moltissime risse fatte nei suoi vent’anni di carcere. Una macchina infernale da combattimento cattivo e spietato giusto?
Lui da quando è arrivato ad Ivrea ha partecipato al progetto della redazione, affinché si facessero uscire le persone dalla sezione, anche perchè in precedenza aveva fatto parte, per oltre otto anni, della redazione di Ristretti Orizzonti del carcere di Padova nonostante fosse stato dichiarato da tutte le istituzioni e operatori con cui era entrato in contatto una persona irrecuperabile, sebbene avesse poco più di venticinque anni all’epoca.
Questo ragazzo oggi posso assicuravi che non solo mostra una cultura fuori dalla norma rispetto a tutti quelli presenti in entrambe le sezioni dove siamo ristretti, che contengono quasi cento detenuti, ma è la dimostrazione vivente di come una persona quando viene messa in una condizione dalle istituzioni di riscattarsi non è persona irrecuperabile, al massimo ci sono solo storie più difficili di altre.
Paradossalmente oggi è il riferimento per eccellenza da seguire per tutte quelle persone che vogliono trovare gli strumenti durante la detenzione per provare a dare una possibilità di riscatto fuori da questo luogo, infatti tutti noi quando pensiamo ad un cambiamento vorremmo avere la fortuna di acquisire la metà dei suoi strumenti per dire che la nostra pena abbia avuto un senso.
Oggi infatti nonostante i quasi 90kg di muscoli non lo ho mai visto usare le mani e la violenza, cerca di portare avanti le sue idee usando gli strumenti della cultura e la penna, e soprattutto si vede che ha una predisposizione per il sociale perché più che per se stesso lo vedi lottare per i compagni ed i loro diritti minimi che non raramente vengono mortificati in carcere.
Quando noi gli facciamo notare ciò che di buono è diventato in questi anni e che per noi è un punto di riferimento positivo, lui a sua volta in modo umile, del tutto in contrasto con il suo aspetto fisico, ci ricorda che se non avesse avuto la fortuna di incontrare persone del mondo del volontariato che lo hanno seguito e gli hanno dato la possibilità di esprimersi tutto ciò sarebbe stato impossibile.
Voi la giudichereste una persona brutta e cattiva?
Io no, anzi la stimo come mai mi è capitato di stimare nessuno prima, anzi ce ne vorrebbero una dozzina in ogni carcere di persone con questi valori e ideali , ma purtroppo hanno buttato via lo stampo!!
Potrei continuare all’infinito a parlare su di lui e della sua vita dentro le carceri e non solo per farvi comprendere il personaggio, ma mi fermo qui, magari in un occasione diversa nei prossimi scritti che farò lo vedrete rinominare perché è l’essenza di ispirazione per noi giovani.
Poi c’è Michelangelo, un uomo di 64 anni di età, di cui 42 passati nelle patrie galere, ex-camorrista, una persona che ai suoi tempi faceva rabbrividire la pelle dei morti, non so moltissimo di lui devo essere sincero, so solo che non doveva essere una persona molto buona, ha fatto parecchi omicidi anche lui, ma le persone cambiano o meglio mutano i loro pensieri, lui è una persona di cuore, se hai bisogno ti aiuta come può.
Lasciate giudicare ai giudici, noi limitiamoci a conoscerle le persone, e non a giudicarle dalla copertina che portano come un libro, che nemmeno quello puoi giudicarlo se non lo leggi accuratamente…
Un salutone a tutti gli amici lettori
Matte il Pazzo…
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