Fine pena mai
Svegliarsi la mattina, aprire gli occhi e vedere un soffitto, l’indomani al risveglio la stessa identica cosa, e così il giorno appresso, tutti i giorni che verranno dei prossimi mesi e i mesi dei prossimi anni, e per quanti anni? Per il resto della vita.
Questo è l’ergastolo, il fine pena mai; chissà se il giorno (tanti anni fa) che si riunirono attorno ad un tavolo per fare il nostro codice penale, quelle persone, professori di diritto, giuristi, ecc., si sono resi conto pienamente di quello che stavano facendo ( perché il “fine pena mai” è peggio della condanna a morte) oppure anche se consapevoli hanno preso quella decisione per usarla come sorte di vendetta, perché rinchiudere un uomo fino alla fine dei suoi giorni, qualsiasi crimine abbia fatto, non può essere altro che una sorta di vendetta e per come la vedo io, è anche la dimostrazione di debolezza di uno Stato.
Uno stato debole che usa metodi di tortura, e il nostro Codice Penale non prevede la tortura, ma del resto che cosa è il “fine pena mai”, se non un metodo di tortura?
Un uomo commette un crudele reato, ma dopo 10, 15, 20 anni, quell’uomo potrà mai essere lo stesso uomo del giorno che commise il reato? Per i nostri governanti pare di sì; e forse anche per questo che nelle carceri italiane (fatte alcune eccezioni) sono rari i così detti “trattamenti di rieducazione”.
Per fare un esempio, mi trovo da tre anni e mezzo in questo Istituto, e non ho ancora avuto un colloquio con una psicologa (se si fa eccezione di DUE minuti alcuni mesi addietro), e io ho il fine pena MAI, e perciò penso che un colloquio periodicamente con una psicologa, oltre che farmi solo del bene, mi spetterebbe visto che è previsto dal regolamento penitenziario e farebbe parte del “Trattamento”.
L’art. 27 della nostra costituzione dice: Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. E allora io mi chiedo perché, come mai dopo ormai sette anni di pena scontata, e con un fine pena mai, mi trovo ancora in una casa circondariale, dove i miei ”compagni di sventura” sono persone o appena arrestate oppure con pochissimo da scontare? Cosa ci fa uno con la mia pena in mezzo a gente di questo tipo? Non è pure questo un sistema di tortura? Come si fa a tenere uno con il mio fine pena in mezzo a persone che dalla mattina alla sera non parlano altro che di quanto gli manca per avere il prossimo permesso premio, o quanto gli manca per avere la semilibertà, o quanto gli manca perché gli fissino la camera di consiglio per l’affidamento ai servizi sociali; non è pure questa una tortura?
All’ultima delle tante richieste da me fatte al D.A.P. per chiedere di essere trasferito in un istituto più consono alla mia pena, cioè di poter essere trasferito in una Casa di reclusione o in alternativa in una casa penale, mi sono visto rispondere: la pena è troppo alta.
Nel leggere questa risposta, mi sono sentito ancora una volta preso in giro; perché per quello che so, la mia pena è troppo alta per stare dove mi trovo ora, e non per dove ho chiesto di poter andare, anzi gli Istituti che ho citato in precedenza ( Casa di reclusione o penale ), sono stati creati appositamente per persone con il mio stesso fine pena, o perlomeno per pene molto alte; e allora la risposta che il D.A.P. mi ha dato, cos’è se non una grande presa in giro, e qui si torna a quello che dice l’art.27 della nostra Costituzione sui trattamenti ai detenuti.
Mi viene da pensare che forse a qualcuno non interessi poi molto delle leggi scritte, forse a qualcuno piace farsi le leggi a sua immagine e somiglianza, forse a qualcuno non interessa della dignità dell’uomo; ma io penso che, a chi non interessa della dignità degli altri è perché lui stesso non ha dignità.
L’uomo ombra
Angelo S.
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