Quantum: parole galleggianti sul fiume nero dei pensieri

Di nuovo un articolo, di nuovo qui in redazione. E’ evidente che mi trovo in uno stato di attesa protratta, dalla scadenza ignota, la quale come citato nello scritto precedente “dovrebbe concludersi” con la mia scarcerazione e la nuova detenzione presso una struttura comunitaria terapeutica… “Tutti i giorni sono buoni” mi dicono, “vedrai che tra pochi giorni esci” mi dicono, “non preoccuparti”, mi dicevano già 15 giorni fa. Ed invece sono ancora qui. Non sono sinceramente molto stimolato a sviluppare un vero articolo tematico, piuttosto desidero lasciar scorrere le parole a ruota libera, come quando alla fine di queste interminabili giornate, connotate da noia, stanchezza provocata dalla noia ed abulia mi ritrovo a chiudere gli occhi prima di cercare di addormentarmi… E’ decisamente il momento peggiore della giornata per me: mi riaffiorano alla mente pensieri intrusivi di ogni tipo, di ogni tempo, di ogni intensità; e tutto ciò, oltre che trovarlo particolarmente fastidioso, provoca in me anche delle reazioni somatiche, come l’accelerazione del battito cardiaco, sudorazione, agitazione ed ansia con forte nervosismo. Cerco dunque di riprendere una sorta di controllo razionale, che metta in ordine questa tempesta neurale, provando ad aiutarmi con tecniche di respirazione controllata e di rilassamento… Per qualche decina di secondi funziona; poi di nuovo dentro, immerso nel fiume nero e denso dei miei pensieri. Ma quali sono questi pensieri? Tendenzialmente episodi di vita molto spiacevoli esperiti in prima persona, che credevo di aver rimosso sin dall’infanzia; dubbi; incertezze; sensi di colpa; rimpianti e rimorsi; violenze psicologiche e fisiche subìte; odio verso me stesso ecc. ecc.
Fermati un attimo Diego, mi dico… Pensa al presente, al futuro ed anche al passato. Tu sei ciò che sei perché lo hai desiderato, ma anche perché certi avvenimenti hanno inciso inesorabilmente la tua vita come fattori esterni non controllabili, che ti hanno portato più o meno a poter scegliere di seguire diverse rotte. Se ne hai intraprese troppe di sbagliate, finché non c’è o ci sarà una cascata di 1.000 metri di fronte a te da affrontare, tutto è ancora possibile, occorre invertire con forza, determinazione ed impegno la rotta, tornare ai bivi ed imboccare l’altra direzione. Dalle piccole cose, fare scelte giuste per il “vero bene di me stesso”, non quello degli altri, o condizionato dalle influenze mediatiche, economiche e sociali potrà portarmi ad ampliare il ventaglio di ulteriori scelte positive e navigare in acque sempre più calme e sicure, rendendomi più sereno. Pensavo a tal proposito che nutro un forte desiderio di rivedere certe persone a cui voglio ancora bene, ma non avendo più avuto contatto dal giorno del mio arresto, non nascondo il timore di venire stigmatizzato (forse per sempre) come un delinquente, un ex carcerato. Ho paura di poter suscitare paura nei confronti di chi voglio del bene.
Alcune letture recenti sulla fisica quantistica però mi hanno aperto delle visioni diverse e più efficaci per cercare di comprendere il funzionamento individuale e collettivo della mente umana e se vogliamo dell’energia quantica, che potremmo definire religiosamente come “anima”. In sostanza, per conoscersi davvero e superare le paure, per entrare nel nostro vero Sé, occorre diventare pienamente consapevoli ed accettare i nostri aspetti interiori più spiacevoli.
“La natura essenziale dell’Universo è la coesistenza dei Valori opposti. Non potete infatti essere coraggiosi, generosi e virtuosi se dentro di voi non si nascondono un codardo, un avaro o un individuo capace di fare del male”. Questa frase comprende l’Umanità intera, nessuno escluso.
“Investiamo un sacco di tempo e di energie a negare il nostro lato oscuro, a mettere a tacere o far finta di ignorare i nostri demoni interiori, e finiamo poi per proiettarlo con violenza proprio nei confronti delle persone che ci stanno intorno e sono più simili a noi, con la differenza che loro lo manifestano.”
“Quando siamo disposti ad accettare il paradosso della convivenza degli opposti, possiamo iniziare a guarire noi stessi e le nostre relazioni. Tutti noi non siamo estranei ed invulnerabili alle tentazioni automatiche, ai pregiudizi, all’odio verso gli altri, ma ricordiamoci che tutto ciò che pensiamo che esista nell’altro, esiste anche in noi stessi. E’ il mistero dell’ambiguità, il paradosso del genere umano. Tutti noi siamo poliedrici, multi-dimensionali, omni-dimensionali. Ciò che esiste nel mondo intero, esiste anche dentro di noi.”
“I tratti che ci attirano di più negli altri, sono i medesimi che riscontriamo in noi stessi e siamo fieri di coltivarli, di mostrarli e migliorarli. I tratti che più ripudiamo e ci fanno allontanare dagli altri, sono in noi presenti, tanto quanto quelli positivi sopra riportati, tuttavia presenti solo nei livelli più reconditi e profondi dell’inconscio, inabissati nelle tenebre oscure delle nostre anime.” Sono i nostri più o meno efficienti meccanismi di difesa (vedasi teorie di A. Freud) a tenere a bada i nostri mostri, le nostre ombre, il male che non accettiamo ma che esiste in noi.

Se accettiamo la nostra manchevolezza, saremo più completi, se accettiamo la nostra ambiguità, saremo più integri.

Diego T.
collab. Michelangelo D.
(Uomo Ombra)

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Autore dell'articolo: feniceadmin