Purtroppo non sono io ma i miei antenati che mi spingono a scagliare questo pensiero e retro pensiero ma chi sarà colpito?
Io nacqui 53 anni fa a Casal di Principe, mia madre mi chiamò Salvatore, io ero l’ultimo di 5 fratelli. Come mai scelse di chiamarmi proprio Tore? Forse perché voleva onorare suo fratello? E così ebbe inizio questa mia vita. Dopo di che è più giusto sottolineare la crescita precoce e obbligata.
Uno squarcio di pensiero lo dedico a quest’attimo, è lecito dire e onorare le memorie dei genitori.
Noi a pallone ci giocavamo con una palla fatta dalla nostra Mamma.
Dovete sapere che a quei tempi non c’era nemmeno l’ombra di un soldo! Quindi il pallone era costruito dalle nostre mamme con vecchie gomme di bicicletta, ma c’era il cuore e tanto amore in quella palla!
E molto spesso mentre si giocava in un vicolo o in un altro di quel quartiere, nei vicoli vicino sentivamo spesso dei colpi di arma da fuoco. Noi ragazzini eravamo sempre i primi a correre sul posto, ed ecco ripresentarsi sempre lo stesso scenario: un uomo, o più di uno, giacevano a terra immersi in una gran pozza di sangue.
Il mio primo pensiero era rivolto a quell’uomo che era immerso in una pozza di sangue e che appariva ai miei occhi come se avesse onorato la terra, la stessa terra che lo generò.
Quando il capro espiatorio si pone davanti a colui che ha avuto il privilegio di studiare si innesca quel meccanismo di non comprensione, perché il primo ha fatto scuola con i suoi occhi e ha vissuto in quel contesto e con quella mentalità, perciò non ci sarà mai una vera comprensione con lo studioso che si basa solo sugli scritti che tante volte sono stati anche alterati delle notizie … e si procede sull’irreale, quindi alla fine chi la spunterà? …. di sicuro il più colto.
Ora il mio essere mi sussurra di chiudere questo mio capitolo perché la verità che ho vissuto io è tutta un’altra cosa.
Salvatore C.
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