Quando tutto ebbe inizio

Ho cominciato a fare i primi reati e a fumare i primi spinelli a 14 anni, nel mio quartiere Borgo Roma a Verona.

A 15 anni già vendevo il fumo a tutta la mia scuola e pure a quelli più grandi.

A 16 armi ero ormai conosciuto in tutti i quartieri e vendevo di tutto dal fumo al lsd alle pasticche alla ketamina al md (metanfetamina) non c’era niente su cui non mettevo le mani.

Continuavo a vendere droga e iniziai a conoscere meglio la cocaina e premetto che avevo già provato di tutto, a 17 anni penso che non c’era droga che non avessi almeno una volta provato.

Crescevo e continuavo a fare danni e cominciarono anche i primi guai con la giustizia con il tribunale dei minori, mia madre era disperata ma non mi ha mai abbandonato e di questo posso solo esserle grato.

A 17 anni fu anche l’anno in cui conobbi la ragazza che per davvero mi fece perdere la testa, insomma il mio primo vero amore, siamo stati insieme per quasi 3 anni tra periodi bellissimi e altri da dimenticare.

Tutte le estati c’era sempre qualcosa che ci portava a lasciarci e poi a rimetterci insieme prima dell’inizio della scuola, poi nel 2012 decisi che non potevo andare avanti a stare male per una ragazza che ogni estate ne aveva una, e quindi ci lasciammo, ma ancora oggi a 29 anni conservo un bel ricordo di quella storia e di quello che eravamo insieme.

Non avevo mai smesso di vendere droga neanche nel periodo in cui stavo con lei, a lei non piaceva la vita che facevo ma non gli dispiacevano i soldi che riuscivo a tirare su.

Avevo iniziato anche a fare qualche piccola rapina con il mio migliore amico ma niente di che, lo facevamo solo per il gusto di farlo e dell’adrenalina che saliva a 1000.

Ricordo che a 17 anni mi avevano soprannominato “8 piazze”,  passavo pomeriggi interi a consegnare pacchi di fumo o erba e ritirare soldi, appunto nelle 8 piazze in cui ero riuscito a impormi.

Non facevo altro, davvero, fu un periodo grandioso ma i miei soldi avevano una durata davvero minima …, avevo un dono, i soldi neanche li intascavo che subito li spendevo per cazzate, per lo più bei vestiti, belle scarpe e locali.

Poi c’erano la cocaina e le prostitute che sono sempre stata un’accoppiata per la quale ho speso veramente un sacco di soldi e lo facevo molto spesso.

Le cose si fecero più serie ai miei 19 anni quando mi lasciai con la mia ragazza. Ricominciai a vedere certi “amici” che si erano messi assieme a vendere droga per tutti i quartieri di Verona e le province e a fare altre cose sempre insieme, entrai a far parte di questo “gruppo” di cui faceva parte anche mio fratello maggiore. Entrato a far parte di quel “gruppo” passavamo le giornate e le serate sempre insieme.

Di solito il pomeriggio lo passavamo a concludere affari e la sera la passavamo a sperperare i soldi guadagnati rischiando anni di carcere, nel modo che più mi piaceva fare e che piaceva anche a loro come ho scritto sopra, ci divertivamo, questo non lo rinnego, quello fu davvero un altro bel periodo della mia vita, e poi mi aiutava a dimenticare la mia ex, ma non avrei mai immaginato che il prezzo da pagare poi sarebbe stato così alto.

Nonostante in quel periodo abbia avuto molte belle ragazze, questa cosa delle prostitute la portavo avanti lo stesso, penso fosse un modo per celebrare il nostro potere e i soldi che facevamo.

O semplicemente penso, a un certo punto,  di essere diventato  dipendente dalle belle donne e dal sesso.

Ci siamo impadroniti di interi quartieri anche con l’uso della violenza, se ripenso oggi a quello che riuscivo a fare in quegli anni quasi mi spavento di me stesso.

Ma il giro a cui appartenevo pretendeva questo da me e io volevo essere tra i migliori, cosa che fino a un certo periodo mi riuscì più che bene.

Avevamo cominciato già da un po’: io, mio fratello maggiore e un altro paio di persone del nostro “gruppo” a fare anche rapine per conto nostro, per avere più soldi e per avere ancora di più il controllo dei quartieri …, fu li che cominciò ad andare tutto a rotoli.

Perché cominciammo a fare troppo rumore e ad attirare un po’ troppo l’attenzione.

Sparatorie, rapine, teste rotte, gambe e braccia spezzate, denti che volavano via, il sangue ormai scorreva a fiumi ma noi non ci fermavamo.

Nessuno ci fermava!

Credo che se mi fossi fermato allo spaccio, non mi avrebbero mai preso così giovane, come poi è stato… penso che non mi sarei comunque fatto neanche tutti gli anni di galera che poi mi diedero e che sto ancora scontando, parliamo di 12 anni.

Ma a quell’epoca ero un delinquente, un criminale e non mi importava.

“Io faccio quello che voglio” questo pensavo, giravo sempre armato di pistola anche se dovevo solo andare a mangiare fuori.

Fu un periodo folle che mi faceva sentire importante, penso che mi sia fermato poco e niente a pensare davvero a quello che facevo o alle conseguenze che avrebbero potuto seguire le mie azioni, per tutte queste cose c’era tempo per riflettere più avanti e per molti anni.

Parlarne mi fa male ad oggi, perché penso a quanti anni ho perso dietro a queste cose perdendomi le vere cose belle della vita.

Dire che ero instabile è più facile, è un altro modo per sentirmi meno responsabile, credo.

La realtà è che agivo senza dare peso alle mie azioni, neanche a quelle più gravi, volevo semplicemente essere il migliore in quello che facevo e me l’hanno lasciato fare per diversi anni, prima di presentarmi il conto.

Ma per me comunque il conto più duro è stato quello di vedere mia madre soffrire per un figlio che aveva preso una strada sbagliata.

Per non parlare poi del carcere, la persona che più di tutte ha pagato le conseguenze dei miei sbagli è stata proprio mia madre che comunque ha provato a fare di tutto per salvarmi, ma io non volevo essere salvato.

Sto male anche quando ripenso che, quando mi arrestarono, mio fratello minore aveva 9 anni e ora ne ha 18, verso di lui ho tanti sensi di colpa, come con mia madre e come con mia sorella e tutti i miei nipoti, ma se mi fermo a pensare a queste cose sto davvero male quindi cerco di non pensarci, ma i sensi di colpa mi assalgono lo stesso.

Tutte queste cose le penso oggi, e sono le cose che mi fanno più male, perché possiamo dare la colpa a chi vogliamo per i nostri sbagli, ma la verità è che se tutto quanto è andato a farsi benedire (parlo della famiglia che eravamo) la colpa è stata solo mia e di mio fratello maggiore.

La cosa che mi consola è sapere che oggi mia madre sta bene e ha un marito che la fa stare bene (quello che non sono mai riuscito a fare io, anzi), si amano e lui non le fa mancare niente, mentre mio fratello minore grazie a Dio non ha mai fatto nulla di male, anzi, è cresciuto in fretta diventando un ragazzone con la testa sulle spalle del quale sono molto fiero e orgoglioso, in più è stato l’unico già da piccolo a stare vicino a mia madre quando non c’era nessuno, mia sorella anche lei sta bene con suo marito e i loro figli.

Ma ormai ci sentiamo raramente con mia sorella, ed in più lei non si parla con mia madre per tanti motivi, uno dei quali è quello che secondo mia sorella mia madre non doveva aiutarmi quando sono finito nei guai. Mio fratello è uscito già da un paio d’anni e si è creato una nuova famiglia.

Con lui ho condiviso di tutto e di più, cose belle e cose brutte, la malavita e la bella vita, abbiamo condiviso pure la galera nella stessa cella. Pensavo che il legame che avevamo fosse indistruttibile e che niente e nessuno avrebbe mai potuto dividerci. La seconda parte della storia ve la racconto nella prossima puntata. Grazie a tutti e ricordate non tutto ciò che luccica è oro …

Valerio R.

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Autore dell'articolo: feniceadmin