Il mio primo ingresso in carcere

Ecco qui tutto ciò che ho provato al mio ingresso in questo particolare posto.

Fin da subito ho capito che ero finito in un’altra tipologia di vita, di sistema, di idee che ancora non avevo provato e non conoscevo ma, si sa, c’è sempre una prima volta per tutto, e, da questa esperienza questa volta è mio dovere imparare la lezione.
Non mi mancava niente fuori, e forse è proprio per questo motivo che ci sono cascato ma si sa che dagli sbagli si può solo imparare.
Fuori avevo quelle piccole (ma allo stesso tempo grandi) cose che non ti accorgi di possedere e dai spesso per scontate, come il bene che ti vuole una famiglia, un lavoro che amavo moltissimo e soprattutto la libertà, ma la colpa del fatto che io mi ritrovi qui è solo mia, perché ad un certo punto ho preferito prendere altre strade.
Ho iniziato a fare una vita molto fuori dagli schemi fin da quando ho compiuto i miei 17 anni; in molti hanno cercato di farmelo capire ma io, molto distrattamente, ho sempre ignorato i loro consigli, forse perché non sentivo la paura nell’eccedere: mi interessava ultimamente solo arrivare al weekend per poter evadere dalla monotonia della settimana, anche se, in realtà, quella monotonia era la mia salvezza, ora me ne rendo conto.
Ho avuto molti problemi, nella mia vita, con le sostanze stupefacenti quali alcool e cocaina.
Alla fine mi trovo qui a scrivere al computer il mio percorso che è appena iniziato qui ad Ivrea; un mondo nuovo e sconosciuto ma che sto iniziando a vivere a modo mio, un mondo che per fortuna mi tiene fuori da certe abitudini ma nello stesso tempo mi impone regole molto severe, infatti non vedo i miei famigliari da quasi tre mesi, ovviamente ci scriviamo ma vederli, si sa, sarebbe un’altra cosa. Forse tra pochi giorni verranno a trovarmi e non vedo l’ora.
Ho impiegato molti giorni per integrarmi qui all’interno ma, piano piano, ci sto riuscendo, grazie anche all’aiuto delle persone che qui ho trovato, le quali mi hanno dato la possibilità di scrivere in questa redazione e, così facendo, mi hanno dato una valvola di sfogo.
Le giornate qui all’interno bisogna saper bene come impegnarle perché anche se molto corte e “limitate”, per così dire (dato che bisogna rispettare gli orari di apertura e di chiusura delle celle e sottostare alle regole imposte dall’Istituto), possono essere allo stesso tempo molto lunghe, visto che i pensieri sono tanti e delle volte molto intensi.
All’inizio ho avuto molte difficoltà per utilizzare i miei mezzi e quei pochi diritti che, qui dentro, abbiamo, tipo le chiamate a casa o il poter utilizzare quei pochi soldi che mi rimanevano per potermi mantenere, ma grazie all’aiuto di alcune persone siamo riusciti a fare quasi tutto.
Questa ovviamente è una lezione di vita che mi sta insegnando molte cose e sicuramente mi insegnerà ad evitare di commettere gli stessi errori che mi hanno portato qui.
Dopo questa esperienza, quando uscirò, rispetterò tutte le regole chi fino ad ora ho ignorato.
Ora siamo solo all’inizio ma sicuramente presto farò sapere di più sulla mia carcerazione e spero di imparare molte altre cose utili per il proseguimento della mia vita.
Siamo aperti ad ogni proposta e riflessione in merito…

Lorenzo P.

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Autore dell'articolo: feniceadmin